Tecnologia è sinonimo di benessere e salute?
Il Prof. Giorgio Walter Canonica, allergologo, ci parla di come la tecnologia ha cambiato le nostre case, raccontandoci quali sono le ripercussioni sulla nostra salute.
Già alcuni decenni fa l’eccessiva urbanizzazione, il cambiamento degli stili di vita, l’aumentare del tempo trascorso in ambienti chiusi, ventilati artificialmente, e i materiali costruttivi impiegati nelle abitazioni moderne sono stati individuati tra i fattori responsabili di una maggiore diffusione di allergie. È persino stato coniato il termine di sindrome da edificio malato, per indicare una condizione caratterizzata da disturbi multipli, come mal di testa, irritazione delle vie aeree, lacrimazione e bruciore oculare, disagi legati alla permanenza in ambienti chiusi con scarsa qualità dell’aria. Da allora le abitazioni moderne, ma anche gli ambienti lavorativi, sono cambiati ulteriormente e potremmo veramente definirli high-tech, ma il rischio di trovare elementi capaci di scatenare una crisi allergica o di favorire una sensibilizzazione, è tutt’altro che venuto meno.
I materiali da costruzione moderni contengono alcune sostanze chimiche che possono essere alla base dei sintomi di allergia respiratoria. Inoltre, le tecnologie introdotte per ottimizzare i consumi energetici e migliorare le condizioni abitative rischiano di “sigillare” eccessivamente le nostre case, intrappolando gli allergeni, riducendo l’aerazione e aumentando l’umidità, fattori che favoriscono la moltiplicazione di acari e muffe. Ecco perché è fondamentale areare sempre i locali aprendo le finestre, anche in inverno.
Gli allergeni, siano essi acari, pollini, peli di animali domestici o muffe, tendono a depositarsi insidiosamente su moquettes, tappeti e sulle superfici di casa, soprattutto quelle più difficili da raggiungere. Le case del passato erano ricche di credenze, scaffali e librerie, quelle di oggi hanno in bella mostra elettrodomestici, computer e accessori, hi-fi e televisori di enormi dimensioni. Difficile stabilire quale sia la situazione migliore, ma una cosa è certa: il rischio di inalare una significativa dose di allergeni non sembra proprio essere diminuito, a meno che non ci si avvalga dei presidi più efficaci per effettuare un’accurata serie di interventi. La diffusione delle nuove tecnologie wire-less che consentono di abolire cavi e collegamenti nascosti dietro i mobili e negli angoli dei pavimenti non bastano per eliminare i ricettacoli di polvere e risolvere il problema. Peraltro la ricerca insegna che anche i soggetti esposti continuamente ad allergeni degli acari, anche se in dosi ridotte e quindi incapaci di scatenare una crisi acuta, vanno comunque incontro a insidiose ripercussioni nocive sul lungo termine. È quindi fondamentale agire in maniera efficace e mirata per ridurre il contatto con la polvere e gli allergeni, pulendo ad esempio con panni e piumini antistatici non solo mensole e pavimenti, ma anche i dispositivi tecnologici come tv, computer e cellulari che popolano le nostre case.
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